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L’ICQRF nel 2020 tra pandemia, e-commerce e controlli

avv. Giovanna Soravia

Da qualche giorno è online, sul sito del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, il Report sulle attività dell’Icqrf relative all’anno 2020.

Come ogni anno infatti, anche per il fatidico 2020 caratterizzato dalle restrizioni e dalla crisi socio-economica dovuta alla pandemia da Covid-19, l’Ispettorato centrale ha portato avanti, pur con evidenti difficoltà e condizionamenti, non solo di carattere pratico operativo ma anche di aggiornamento e adeguamento alle nuove normative, le proprie attività di controllo lungo tutta la filiera agroalimentare

Il Report 2020, parimenti ai report degli anni precedenti, fornisce una panoramica generale dei risultati ottenuti dall’Icqrf, con un richiamo particolare alla tutela del made in Italy agroalimentare e al settore dell’e-commerce, che mai come nel 2020 ha visto incrementare gli ordini e gli acquisti da parte dei consumatori anche di prodotti alimentari.

Vengono poi descritti nel dettaglio le attività e gli esiti degli interventi operati nei diversi settori merceologici, così come i controlli sui prodotti di qualità dop, igp, stg e sui prodotti biologici.

I dati in sintesi: 26.332 controlli hanno interessato il settore vitivinicolo, 10.646 l’oleario, 6.856 il lattiero caseario, 3.445 i cereali e derivati, 3.191 l’ortofrutta, 3.166 le conserve vegetali, 3.016 il settore della carne, 1.794 le bevande spiritose, 1.556 il miele, 467 le uova, 382 le sostanze zuccherine e 4.099 gli altri settori (prodotti dolciari, prodotti ittici, birre, aceti, spezie, bevande nervine, additivi, acque minerali e bevande analcoliche).

 

Anche nell’e-commerce, come dicevamo, gli interventi da parte dell’Icqrf nel corso del 2020 sono stati numerosi ed efficaci, nelle principali piattaforme web del mondo: Alibaba, Ebay, Amazon e Rakuten. Nel 2020 l’Istituto centrale ha avviato procedure di contrasto a usurpazioni ed evocazioni per 1.142 casi di irregolarità sul web, tra cui ai primi tre posti troviamo olio di Puglia (177 casi), olio di Calabria (117 casi) e Prosecco (96 casi, di cui 23 quale Autorità ex officio ai sensi dell’art.40, Reg. UE 2018/273) ma anche Parmigiano Reggiano, Aceto balsamico di Modena, Mozzarella di bufala campana. In esito a tali procedure sono seguiti 1.079 casi di blocco di vendite.

Per quanto riguarda i prodotti derivanti da agricoltura biologica, che hanno segnato un incremento delle vendite nel corso del 2020, sono stati effettuati 7.420 controlli (5.878 ispettivi e 1.542 analitici) con un aumento rispetto all’anno 2019 del +11%. L’attività di polizia giudiziaria in tale settore ha portato a 33 notizie di reato.

Sono stati eseguiti, nel 2020, 70.992 controlli (di cui 58.824 ispettivi e 12.168 analitici) e verificati 37.508 operatori (con relative irregolarità per il 15,8 % dei controllati). I prodotti controllati sono stati 77.080 (con l’11 % di irregolarità).

All’esito della complessa e diversificata attività posta in essere dall’Ispettorato centrale durante lo scorso anno, che ben si può leggere nel dettaglio nelle 65 pagine del Report (con relativi diagrammi e grafici) sono state elevate 4.119 contestazioni amministrative, soprattutto nei settori del vitivinicolo e delle produzioni di qualità (dop, igp, stg) e del Biologico.

Inoltre, sono state emesse 4.762 diffide e 1.899 ordinanze ingiunzioni di pagamento, delle quali 379 per violazioni relative all’etichettatura (in particolare, 2 sanzioni ex D.lgs. n. 145 del 15/9/2017 e 377 ex D.lgs. n. 231 del 15/12/2017).

Nel documento viene ricordata, infine, l’importanza del ruolo dell’Icqrf nella gestione delle Banche dati agroalimentari, strumenti utili per una maggiore efficacia dei controlli e una migliore gestione del rischio (Registro telematico Vino, Registro telematico Olio, Registro Unico dei controlli sulle Imprese agricole (RUCI) e la Banca Dati Vigilanza).

 

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